jueves, 17 de septiembre de 2015



FIBROMIALGIA, QUANDO I BATTERI DELL'INTESTINO DETTANO LEGGE SUI DISTURBI REUMATICI

In Italia ne soffrono quasi 4 milioni di persone. Per la cura occorre puntare sul microbiota. Lo yogurt forse è il miglior alleato

È una malattia a tutti gli effetti, anche se spesso i primi a non riconoscerla sono i medici. Gli stessi che talvolta la definiscono “invisibile”, sebbene a soffrirne, soltanto in Italia, siano fra i tre e i quattro milioni di individui. Eppure la fibromialgia è la malattia reumatica più diffusa, dopo l’artrite.  
 
CHE COS’É LA FIBROMIALGIA  
Stanchezza al risveglio, dolore, senso di fatica, concomitanza di sintomi gastroenterici come gastrite, infiammazione intestinale, mal di testa e vertigini sono i segni che più spesso vengono riferiti dai pazienti. Ma più che di una patologia a carico di muscoli e tendini, le più recenti ricerche considerano la fibromialgia un disturbo a carico del sistema nervoso centrale. Il malessere deriverebbe da un’eccessiva percezione del dolore a livello cerebrale. Al momento per la cura si utilizzano diversi approcci. Quanto ai farmaci, si ricorre ad anticonvulsivanti, antidepressivi e oppiodi. Spesso, però, la terapia è abbinata al supporto psicologico e alla riabilitazione fisica.  
 
MALATTIA REUMATICA, MA NON SOLO 
Oltre ai disturbi a carico di ossa, muscoli e articolazioni, la fibromialgia può “ripercuotersi” anche sull’apparato digerente. «Il 70% dei pazienti che presentano diagnosi di colon irritabile sono poi classificabili come fibromialgici e viceversa», ha spiegato Menotti Calvani, specialista in neurologia e nutrizionista all’Università di Roma Tor Vergata, nel corso del congresso della Società Italiana di Gastroreumatologia. Una parziale conferma di quanto ricercatori e clinici ipotizzano da tempo: i legami tra le malattie reumatiche e i disturbi del tratto digerente, in ragione di alcuni meccanismi infiammatori condivisi, sono ben più profondi di quanto si possa immaginare. Non è un caso che chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali - morbo di Crohn e retto colite ulcerosa - risulti più a rischio di sviluppare l’osteoporosi, giusto per fare un esempio. 
 
IL RUOLO DEL MICROBIOTA  
Il sospetto, come confermato anche da Calvani, è che a giocare un ruolo non trascurabile sia anche il microbiota: l’insieme di batteri, virus e parassiti che popolano l’intestino. Oggi questa pattuglia di microrganismi risulta “indagata” per una molteplicità di condizioni: dall’obesità ai disturbi dell’umore, in ragione di un legame ormai comprovato tra l’intestino e il cervello. Le scoperte sulle proprietà del microbiota - sulla cui composizione incide innanzitutto la dieta - sono recenti e comprendono, oltre a un effetto barriera contro gli agenti esterni, una funzione di regolazione dei meccanismi infiammatori. Da qui l’idea di poter intervenire, anche se non è ancora chiaro come, con la dieta per compensare i sintomi della fibromialgia. «Secondo una ricerca pubblicata lo scorso anno su Reumathology , eliminando il glutine dalla dieta di un campione di persone affette da fibromialgia si potrebbe ottenere una significativa riduzione del dolore e un miglioramento della qualità di vita», afferma Vincenzo Bruzzese, direttore dell’unità operativa di medicina interna dell’ospedale Nuovo Regina Margherita di Roma e presidente della Società Italiana di Gastroreumatologia. 
 
Benefici sono emersi anche da una dieta ricca di frutta e verdura, con predilezione per i vegetali dotati di proprietà antiossidanti: dai mirtilli alle ciliegie, dagli spinaci ai peperoni, dai cereali integrali al riso nero. «La ricerca ci dice che la soluzione potrebbe risiedere nel dotarci di una flora batterica amica - chiosa Calvani -. Un secolo fa il Nobel Mechnikov proponeva di cambiare il microbiota con lo yogurt. Potrebbe essere quest’ultima l’idea vincente. A patto, però, di inserirci i microbi giusti». 

FONTE:  FABIO DI TODARO http://www.lastampa.it/ 13/07/2015

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