IL PRIMO IMPIANTO ITALIANO PER RECICLARE PANNOLINI E ASSORBENTI
Pannolini, pannoloni e assorbenti: si avvicina l'era del loro riciclo e il merito è dell'unico impianto in Italia in grado di trattare proprio i materiali assorbenti. Il Comune di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, da anni risultato il comune più riciclone d'Italia è il primo ad aderire all'iniziativa, dalla quale si ricaveranno cellulosa e plastica.
Lovadina di Spresiano, in provincia di Treviso, è stato infatti installato il primo impianto dimostrativo presso il sito impiantistico di Contarina Spa, che a regime potrà trattare fino a 8 mila tonnellate all'anno di prodotti assorbenti, servendo una popolazione di 800mila persone, e produrre fino a 3 mila tonnellate annue di cellulosa e oltre mille tonnellate di plastica.
Cellulosa e plastica sterilizzate da utilizzare come materie prime seconde sono, infatti, quello che si ricaverà da questa nuova iniziativa, condotta in collaborazione con Fater spa e cofinanziata dall'Unione Europea nell'ambito del progetto Recall. Con essa si è praticamente messo a punto un vero e proprio sistema di riciclaggio integrale dei pannolini e pannoloni usati, che da soli i costituiscono il 25% della totalità del rifiuto non riciclabile.
I test avrebbero mostrato un tasso di recupero praticamente pari al 100% delle frazioni teoricamente valorizzabili e un tasso di impiego effettivo nel riciclo pari all'84%. Inoltre, l'Istituto di ricerca Ambiente Italia ha condotto un'analisi energetica e delle emissioni di CO2 dimostrando che il processo di riciclaggio è "carbon negative", per cui evita più anidride carbonica di quanta ne genera.
Il progetto rappresenta la prima sperimentazione, su scala industriale, di un impianto unico al mondo per il riciclo dei pannolini, che su larga scala porterebbe enormi vantaggi ambientali: solo nel corso della sperimentazione verranno risparmiati infatti oltre 1.950 metri cubi annui di materiale, altrimenti conferito in discarica, con una sostanziale riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'aria.
Per ora parliamo solo di un progetto in via sperimentale che riguarderà solo il Veneto e, tra l'altro, un solo comune. E per noi altri? A noi, nel nostro piccolo, non resta altro che dire addio, magari, agli assorbenti tradizionali scegliendo le coppette mestruali e i pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta
Cellulosa e plastica sterilizzate da utilizzare come materie prime seconde sono, infatti, quello che si ricaverà da questa nuova iniziativa, condotta in collaborazione con Fater spa e cofinanziata dall'Unione Europea nell'ambito del progetto Recall. Con essa si è praticamente messo a punto un vero e proprio sistema di riciclaggio integrale dei pannolini e pannoloni usati, che da soli i costituiscono il 25% della totalità del rifiuto non riciclabile.
I test avrebbero mostrato un tasso di recupero praticamente pari al 100% delle frazioni teoricamente valorizzabili e un tasso di impiego effettivo nel riciclo pari all'84%. Inoltre, l'Istituto di ricerca Ambiente Italia ha condotto un'analisi energetica e delle emissioni di CO2 dimostrando che il processo di riciclaggio è "carbon negative", per cui evita più anidride carbonica di quanta ne genera.
Il progetto rappresenta la prima sperimentazione, su scala industriale, di un impianto unico al mondo per il riciclo dei pannolini, che su larga scala porterebbe enormi vantaggi ambientali: solo nel corso della sperimentazione verranno risparmiati infatti oltre 1.950 metri cubi annui di materiale, altrimenti conferito in discarica, con una sostanziale riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell'aria.
Per ora parliamo solo di un progetto in via sperimentale che riguarderà solo il Veneto e, tra l'altro, un solo comune. E per noi altri? A noi, nel nostro piccolo, non resta altro che dire addio, magari, agli assorbenti tradizionali scegliendo le coppette mestruali e i pannolini lavabili al posto di quelli usa e getta
FONTE: Germana Carillo per greenme.it
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