viernes, 27 de abril de 2018




SOIA, TUTTO QUELLO CHE NON É SCRITTO SULLE ETICHETTE

Le maggiori agenzie stampa degli US, lautamente pagate dalle lobbies dei maggiori produttori di soia (Monsanto in testa) hanno riempito il mondo con i roboanti benefici della soia.
Si mormora siano quelle stesse lobbies che molti anni fa investivano negli allevamenti intensivi animali.

La mia scelta pertanto è quella di non scrivere qui dei benefici, già sufficientemente celebrati, scriverò invece di quello che della soia non si dice, quello che non c’è sulle etichette dei prodotti a base di soia che ormai riempiono i supermercati.

Per la seconda volta da quando posso ricordare, qualcosa entra di prepotenza nelle nostre abitudini alimentari.
La prima volta si trattava degli hamburger dei fast food. Fa riflettere no??

Ma torniamo al cuore dell’argomento: davvero pensiamo di conoscere la soia?

La soia gialla, semi rotondi (nome scientifico Glicine Max )non va confusa con la soia verde o soia rossa che in realtà appartengono a una diversa famiglia botanica; I famosi germogli, diffusissimi in Cina e oggi anche da noi, appartengono
a questa seconda famiglia la ‘Vigna Radiata o Mungo’.

La soia viene usata in Cina fin dall’antichità per fissare l’azoto nei terreni da lavorare per la semina di altri cereali,
ma non fu mai impiegata per l’alimentazione umana se non, forse, in tempo di carestia.

La soia che troviamo in commercio ha molte vesti: lecitina, latte, yogurt, gelato, margarina, panna, germogli, farina, tofu,
salsa, miso, tempeh, inoltre gli isoflavoni in compresse utilizzati come integratori.

Ciò che le etichette dei prodotti in vendita non dicono è, per esempio, che la soia contiene inibitori della tripsina e di altri enzimi che l’organismo utilizza naturalmente per la digestione delle proteine.

La soia contiene anche delle emoaglutinine pericolose per chi ha necessità di mantenere il sangue fluido ed evitare coaguli.
Tali inibitori uniti all’emoagglutinina sono inbitori della crescita.

Recenti studi hanno rilevato che una dieta ricca di soia nei bambini è stata indicata come causa di disfunzioni nella crescita e di rachitismo.
Uno studio del Dipartimento Britannico della Salute, pubblicato nel 1966, metteva già da allora in serio allarme per i fitoestrogeni contenuti nel latte di soia e ne dichiarava la pericolosità per la salute dei bambini.

L’alto contenuto di fitoestrogeni, inoltre, influisce sull’attività della tiroide.

La fermentazione della soia, necessaria per produrre alcuni dei derivati come il tofu, uno dei più popolari, riduce ma non elimina fitoestrogeni e inibitori.

Va da sè che il buon senso suggerisce grande cautela nel far consumare, solo per fare un esempio, latte di soia ai bambini o a persone che assumono anticoagulanti.

Forse già sai che buona parte dell’alimentazione degli animali di allevamento è composta da soia pertanto, cibandoti di proteine animali, come carni, pesci, uova, formaggi assumi soia indirettamente e in quantità elevate.
Lo sostiene questo studio del WWF di alcuni anni fa.

Ma le lobbies dei coltivatori di soia sono molto potenti e hanno investito milioni di dollari nell’intento di far diventare la soia
‘la carne del terzo millennio’, come già ho avuto modo di rilevare in questo mio articolo pertanto le autorità e la scienza istituzionale restano nell’ombra e non prendono posizione. Malgrado ciò all’interno della FDA americana qualcuno finalmente ha iniziato a sollevare eccezioni a causa della pubblicità che mette il focus sui benefici dell’alimento ignorandone totalmente le controindicazioni.

Informarsi in questo caso può essere determinante, pertanto ti invito a leggere questo articolo ben documentato da fonti scientifiche internazionali con le quali in questo post non desidero annoiarti, inoltre il mio ruolo non è certo scientifico.

https://www.salute-e-benessere.org/salute/controindicazioni-soia-i-pericoli-sono-piu-reali-di-quanto-pensi/

Ancora una volta esorto a un consumo responsabile: certamente uno spruzzo di salsa di soia sull’insalata non è
un problema, ma resto del parere che per i miei figli preferirei una colazione a base di latte di mandorle o di riso
e non farei loro trovare in tavola tofu o tempeh.

Per concludere: forse di soia non si muore, sicuramente si arricchiscono le lobbies produttrici di soia e le loro agenzie stampa.
In ogni caso, a mio personale parere, può essere saggio rifletterci su.

Fonti:
http://www.naturopataonline.org
dott W.Bottai (Biologo, naturopata, specialista in riequilibrio metabolico)
http://www.wwf.it/news/notizie/?15820
https://www.salute-e-benessere.org/
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/

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