sábado, 11 de abril de 2015



3 OLI VEGETALI DANNOSI: SCATTA L’ OBBLIGO DI DICHIARARLI IN ETICHETTA
Tutti i prodotti confezionati che acquistiamo presentano al loro interno molti ingredienti, tra questi anche oli vegetali dannosi.
Vediamoli nel dettaglio.
1- Olio di palma
L’olio di palma è un ingrediente troppo usato e troppo poco conosciuto. Spendiamo alcune parole in più per questo olio rispetto agli altri perchè i risvolti negativi del suo impiego sono davvero tanti.
E’ tra gli ingredienti più usati in molti settori dell’industria alimentare, dal bakery alle margarine, lo mangiamo la mattina a colazione con i biscotti e la sera se usiamo una margarina.
Non proviene da coltivazioni geneticamente modificate come l’olio di colza, ma fa bene o male alla nostra salute e all’ambiente?
La risposta è: male e per capire perché facciamo un passo indietro e riassumiamo un attimo la sua storia.
L’olio di palma arrivò in Europa grazie agli stessi mercanti che arrivavano in Africa seguendo la via delle spezie, ma dato che non era affatto caro, ne tanto meno difficile da trovare, non fu commercializzato con particolare interesse, d’altronde, saggezza antica, perché usare un olio vegetale di bassa qualità in un paese dove era facilmente reperibile l’olio d’oliva? Se consideriamo infatti che i mercanti erano solitamente spagnoli, italiani o portoghesi è ben comprensibile che l’olio di palma non abbia destato in loro un particolare interesse.
Proprio come accadde per l’olio di colza, però, entrò in Europa per usi industriali ben lontani da quelli alimentari. Furono gli inglesi, nella seconda metà dell’ottocento, a decidere di sfruttare la sua grande disponibilità a basso costo e di utilizzarlo come lubrificante per le macchine della crescente industria britannica e in seguito come materia prima nei saponifici.
In seguito con la grande industria alimentare in crescita la grande convenienza dell’olio di palma tornò nuovamente all’attenzione delle grandi case di produzione, come era avvenuto nell’ottocento durante la rivoluzione industriale.
Questa volta però si parlava di alimentazione, l’olio di palma sembrava un’alternativa economica e dietetica al burro, un grasso vegetale a basso costo ottimo per biscotti, merendine, dolci, biscotti salati, piatti pronti in genere.
Cosa non va? L’olio di palma in particolar modo quello raffinato, è molto dannoso per la salute. Quest’olio contiene infatti un’altissima percentuale di grassi saturi (più del 50%), che favoriscono la produzione del cosiddetto colesterolo cattivo, il colesterolo LDL per intenderci, ovvero il più rischioso per l’apparato cardiocircolatorio.
Il processo di raffinazione subito dall’olio di palma lo rende più dannoso, ma nell’industria alimentare per motivi legati alla consistenza e al colore si usa quasi esclusivamente olio di palma raffinato, ma, d’altronde quello non raffinato non sarebbe così a basso costo.
La Food And Drug Administration statunitense e l’OMS hanno evidenziato ed evidenziano i danni di quest’olio, emanano linee guida a riguardo, ma si trovano a combattere contro le gigantesche dinamiche industriali globali che distruggono foreste per produrre a basso costo un alimento estremamente dannoso per la nostra salute!
2- Olio di colza
L’olio di colza, come l’olio di palma, è assolutamente stracolmo di acidi grassi saturi, quelli, scientificamente e indiscutibilmente riconosciuti come fattore di rischio per l’apparato cardiovascolare e inoltre contiene l’acido erucico, (un acido carbossilico appartenente alla classe dei cosiddetti acidi grassi, considerati potenzialmente tossici per la salute umana).
La colza poi fa parte dei 4 organismi geneticamente modificati maggiormente immessi sul mercato.
3- Olio di soia
Come l’olio di colza proviene prevalentemente da coltivazioni OGM inoltre si tratta di un olio raffinato e prodotto con gli scarti della materia prima. In poche parole, fa male sia all’ambiente che alla salute. Inoltre è sempre meglio ricordare che il dibattito a proposito della soia è ancora aperto e molti sono i pareri discordanti a riguardo, specialmente per la grande percentuale di fitoestrogeni contenuti in questa leguminosa.
Come evitare questi 3 oli vegetali dannosi
Si consiglia di consumare sempre oli vegetali spremuti a freddo e che provengano da coltivazioni non OGM, attenzione soprattutto all’olio di mais la cui materia prima proviene spesso da coltivazioni geneticamente modificate.
Quello che possiamo fare è leggere le etichette e acquistare in modo consapevole, meno persone lo acquisteranno e più velocemente sparirà dal mercato.
A questo proposito è importante ricordare che da dicembre 2014 sono mutate le leggi in vigore e per i produttori c’è l’obbligo di dichiarare quale tipo di olio vegetale è usato come ingrediente all’interno del prodotto.

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