domingo, 22 de marzo de 2020




DIETA PER IPOTIROIDISMO: COSA MANGIARE E ALIMENTI DA EVITARE

Chi soffre di ipotiroidismo deve seguire un'alimentazione corretta, eliminando i cibi che rallentano l'attività della tiroide e consumando alimenti ricchi di iodio e altri minerali fondamentali per il suo corretto funzionamento. Ecco qual è la migliore dieta per ipotiroidismo.
L’ipotiroidismo è una condizione molto comune che colpisce prevalentemente il sesso femminile e che comporta una produzione insufficiente di ormoni tiroidei.

A seconda dei valori di questi ormoni è probabile che debbano essere assunti determinati farmaci che ristabiliscano il corretto funzionamento dell’organo. Non è inoltre infrequente che occorra seguire un’apposita dieta per ipotiroidismo, in cui vengono elencati i cibi che devono essere consumati più frequentemente e quelli che invece vanno ridotti o eliminati.

Ipotiroidismo: cos’è
Gli ormoni tiroidei vengono secreti dalla tiroide, un piccolo ma importantissimo organo posto alla base del collo dalla forma di farfalla in risposta ad un altro ormone, il TSH (ormone tireostimolante), prodotto dall’ipofisi.
Possiamo considerare il TSH come un comando che ordina alla tiroide di produrre gli ormoni tiroidei. Quando tuttavia, l’ormone tireostimolante non è sufficiente gli ormoni della tiroide non permettono all’organo di funzionare correttamente.

Altra causa di tale malfunzionamento, ben più comune, è la tiroidite di Hashimoto, ossia una malattia autoimmune in cui gli anticorpi attaccano l’organo dando vita ad un processo infiammatorio cronico.

Qualora i valori ormonali siano contenuti, la dieta rappresenta la prima opzione di trattamento per chi soffre di ipotiroidismo, pertanto, non bisogna sottovalutarne il ruolo.

Dieta per ipotiroidismo: cosa non deve mancare
L’ipotiroidismo è una patologia che porta ad un rallentamento del funzionamento dell’organo tiroideo; per stimolarlo è opportuno seguire un’alimentazione mirata e assumere specifici minerali che sono in grado di riportare i parametri degli ormoni a livelli normali.

Iodio È certamente il minerale più importante da introdurre nell’alimentazione in caso di ipotiroidismo. Lo iodio consente di stimolare la ghiandola tiroidea nel produrre gli ormoni necessari ed è sufficiente in genere assumerlo attraverso gli alimenti, non occorre comunque superare la dose di 5 gr al giorno.

Selenio Altrettanto fondamentale per la tiroide, il selenio è deputato al metabolismo degli stessi ormoni tiroidei, inoltre la sua funzione antiossidante protegge la tiroide dagli attacchi del sistema immunitario. Il selenio si rivela quindi particolarmente efficiente contro le tiroiditi autoimmuni e per la trasformazione dell’ormone T4 in T3, un normale processo biochimico che ha luogo nell’organismo.

Zinco Altro minerale da ricordare nell’ambito di un’alimentazione per ipotiroidismo è lo zinco: partecipa alla regolazione e produzione del TSH e, insieme al selenio, controlla la risposta immunitaria in presenza di malattie autoimmuni. Livelli adeguati di zinco sembrano inoltre essere direttamente collegati a livelli appropriati di T3, uno degli ormoni tiroidei.

Dieta e Ipotiroidismo: cosa mangiare
È evidente che all’interno di una dieta per combattere l’ipotiroidismo dobbiamo inserire cibi che contengano i minerali sopra citati, primo fra tutti lo iodio. Non dobbiamo tuttavia dimenticare altri elementi essenziali come Omega 3 e antiossidanti che sostengono i processi chimici dell’organo tiroideo.

Alghe
Sono tra gli alimenti ad essere più ricchi di iodio, così come tutto ciò che vive nelle acque salate del mare. È possibile scegliere qualsiasi tipo di alga (nori, wakame, kelp) e inserirla nella propria dieta per ipotiroidismo, aggiugendole alle zuppe oppure in insalate fresche. Cerchiamo di consumarle più giorni alla settimana.
Olio di oliva e cocco
Cosa hanno a che vedere questi due oli con l’ipotiroidismo? Entrambi contengono dei composti antinfiammatori che preservano le condizioni delle cellule tiroidee e sono facilmente assimilabili dall’organismo, inoltre accelerano il metabolismo che, in presenza di ipotiroidismo, è rallentato e provoca aumento di peso. Adoperiamoli per condire i nostri piatti e per cuocere le pietanze.

Cibi fermentati
È sempre bene integrarli nella dieta per tiroide in quanto dalla salute dell’intestino deriva la salute dell’intero corpo. Un intestino sano è in grado di evitare fenomeni di infiammazione della tiroide nonché patologie autoimmuni. Tra gli alimenti fermentati ricordiamo i crauti, il miso e il natto (in piccole quantità) e naturalmente yogurt e kefir.

Frutta e verdura
Le sostanze antiossidanti, caratterizzate principalmente da vitamine e minerali, contrastano i radicali liberi che intaccano il funzionamento delle cellule e ne decretano la mutazione in forme tumorali. I radicali liberi inoltre vengono naturalmente prodotti durante la secrezione degli ormoni tiroidei, pertanto, per preservare la tiroide introduciamo grandi quantità di frutta e verdura (limitando le crucifere) da consumare più volte al giorno.

Semi di lino e chia
Contengono acido alfa-linolenico e altri acidi grassi Omega 3 che garantiscono l’equilibrio tra gli ormoni tiroidei e contrastano l’entità dei processi infiammatori a carico della ghiandola.

Dieta per ipotiroidismo: cibi da evitare
In una corretta dieta per ipotiroidismo occorre fare attenzione anche agli alimenti che siamo soliti consumare, poiché, alcuni di essi possono influenzare negativamente l’attività tiroidea, scopriamoli insieme.

Alimenti gozzigeni
Sono definiti tali quei cibi che a lungo andare causano la formazione di un gozzo, vale a dire un rigonfiamento della ghiandola o delle pareti ad essa adiacenti. Sono rappresentati principalmente da alimenti di origine vegetale, come ad esempio cavolfiore, verza e in generale tutte quelle verdure appartenenti alle Crucifere. Gli alimenti gozzigeni quindi vanno eliminati poiché interferiscono con la funzionalità tiroidea in generale.

Latticini
Possono provocare difficoltà nella digestione dei cibi (o in caso si stia assumendo una terapia ormonale per la tiroide). Inoltre latte e derivati aumentano i processi infiammatori nell’organismo e ciò è sconsigliato in caso si soffra di tiroiditi autoimmuni.

Glutine
Alcuni studi hanno confermato che esiste un legame tra tiroidite di Hashimoto e intolleranza al glutine. Per tale motivo, chi è ipotiroideo dovrebbe limitare l’assunzione di glutine e delle farine raffinate, anche in relazione al fatto che contribuiscono all’aumento ponderale e all’innalzamento della glicemia, peggiorando le infiammazioni.

Cibi integrali
Non devono essere eliminati ma consumati con moderazione, il motivo è semplice: in caso vengano assunti integratori o ormoni sotto forma di compresse per migliorare la funzionalità tiroidea, un elevato contenuto di fibre che agisce prettamente a livello intestinale può interferire con tali supplementi e farmaci, e pertanto, ridurne l’assorbimento.

Soia
Ad eccezione degli alimenti probiotici elencati sopra, la soia e i suoi derivati (tofu, tempeh, latte di soia) dovrebbero essere notevolmente ridimensionati, dal momento che rallentano l’attività tiroidea, con un conseguente peggioramento dell’ipotiroidismo.

Forniamo a questo punto un breve elenco di tutti quei cibi che è bene ridurre dalla propria alimentazione dal momento che influiscono più o meno direttamente sui meccanismi di funzionamento della tiroide.

Caffè
Latte e derivati
Cavoli
Broccoli
Spinaci
Rape
Miglio
Tè nero
Arachidi
Patate dolci
Pesche
Pane, pasta, prodotti da forno con glutine

FONTE: https://www.vivere-armoniosamente.it/dieta-per-ipotiroidismo/

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