domingo, 29 de noviembre de 2015




CULTIVAR TUS PROPRIOS ALIMENTOS, ASIGNATURA OBLIGATORIA EN TODOS LOS COLEGIOS

La jardinería es una forma artística que se llega a amar especialmente si te encuentras con ella desde que eres pequeño. Eso es lo que lo que esta escuela ofrece. La Escuela Waldorf de Cape Cod ha iniciado un programa de jardinería para sus alumnos que deben ser fuente de inspiración para todos. La experiencia de esta escuela es fantástica.

El invernadero de 7 x 14 metros es el centro de toda la actividad. Allí, los niños se encuentran cultivando zanahorias, espinacas, coles rizadas y otras verduras, incluso hierbas medicinales. En el proceso, todos aprenden los beneficios de cultivar sus propias verduras y el proceso a llevar a cabo para para que una semilla pueda convertirse en un alimento comestible. Compruébalo tu mismo y tal vez, si estás inspirado, puedes ayudar a iniciar un proyecto similar en tu propia comunidad.

Programa creciendo niños
“En primavera nuestras cosechas son abundantes. Tenemos primero fresas, espinacas y col rizada, un montón de cebolletas y perejil, también guisantes. El techo de plástico se retira en los meses de verano para evitar el sobrecalentamiento. Estamos educando a los niños a la vez que cultivamos plantas, por lo que sólo la mitad del espacio en el invernadero se cubre con camas de cultivo. Tenemos un espacio para agruparnos en un extremo. … Mientras que todos los alumnos de la escuela dedica el tiempo cada año para el cultivo de su almuerzo, cada año los alumnos de tercer grado son nuestros agricultores semanales. Ellos son los encargados de convertir las sobras de comida en abono en nuestro compostador. Y, este año estrenamos una vermicompostadora, con la ayuda de miles de gusanos rojos haremos un abono fantástico.“

Cultivando fresas
Este colegio aplica un modelo práctico para el cultivo de productos frescos, cultivados localmente incluso durante la temporada de invierno, en climas donde la sabiduría convencional dice que no se puede hacer.

FUENTE: http://elhorticultor.org/


SE STIAMO SEDUTI PER TROPPE ORE IL FEGATO SOFFRE
Studio mostra una associazione diretta tra la sedentarietà e la steatosi epatica non dovuta al consumo di alcol

Non è solo il benessere mentale a risentirne. Passare troppo tempo seduti, costringendo il nostro corpo ad un’innaturale immobilità, ha delle conseguenze negative sull’intero organismo. Gli studi mostrano che le giornate trascorse sulla sedia in ufficio o sul divano di casa significano un aumentato rischio di diabete, malattie cardiovascolari, obesità e di altre patologie, e ciò è vero anche nonostante eventuali saltuari episodi di attività fisica, pur intensa, non in grado di proteggerci completamente contro i rischi della sedentarietà.
Ora un nuovo studio coreano mostra che anche il fegato di chi non eccede con l’alcol risente dell’immobilità protratta, diventando più esposto al rischio di accumulo di grasso. La condizione, che va sotto il nome di steatosi epatica non alcolica (NAFLD) o fegato grasso non alcolico, è caratterizzata da un ampio spettro di lesioni dell’organo, aumenta il rischio cardiovascolare e in alcuni pazienti può anche evolvere verso patologie epatiche più gravi, attraversando una fase infiammatoria definita steatoepatite non alcolica (Non Alcoholic Steato-Hepatitis, NASH) fino alla fibrosi, alla cirrosi e al tumore.
Monitorando per 33 mesi oltre 140 mila coreani adulti registrandone il tempo speso seduti e l’attività fisica compiuta, lo stile di vita e lo stato del fegato, i ricercatori hanno trovato un’associazione tra le ore trascorse seduti e la prevalenza della NAFLD. E questo legame è stato osservato anche nei pazienti coreani tutt’altro che sovrappeso, ma con un indice di massa corporea inferiore a 23.
Spesso asintomatica e diagnosticata casualmente in occasione di esami ecografici , la steatosi epatica non legata al consumo di alcol non è una patologia rara, al contrario la prevalenza è del 20-25% nella popolazione italiana generale, ma sale fino anche al 90% nei soggetti obesi, e ne soffrono dal 15 al 25% dei bambini. Le stime indicano che è la causa più frequente di malattia cronica epatica ed è destinata a diventare in pochi anni la più frequente causa di trapianto epatico per una malattia del fegato.
La sua rilevanza epidemiologica e la possibile evoluzione verso condizioni più gravi impongono grande attenzione ai comportamenti in grado di prevenire la sua comparsa. «Il messaggio è chiaro: le nostre sedie ci stanno lentamente uccidendo» ha affermato il professor Michael Trenell dell’Institute of Cellular Medicine dell’Università di Newcastle nel Regno Unito e autore dello studio. «Il nostro corpo è fatto per muoversi e non è dunque sorprendente che la sedentarietà, caratterizzata da una ridotta attività muscolare, abbia un impatto diretto sulla fisiologia. Data la scarsa disponibilità di terapie farmacologiche, i cambiamenti nello stile di vita sono, al momento, il cardine del trattamento. La nostra sfida è ora di alzarci e muoverci per la NAFLD, sia fisicamente che metaforicamente».

FONTE: http://www.lastampa.it/




I SEGRETI DEL METABOLISMO, VERA "CHIAVE" PER DIMAGRIRE IN MODO SANO E DURATURO
Dagli Stati Uniti un «memorandum» per chiarire i molti dubbi e sfatare i luoghi comuni
Metabolismo lento: «Anche stando a dieta non riesco a dimagrire». Metabolismo veloce: «Posso mangiare quel che voglio e non ingrasso di un etto». Sono convinzioni diffuse. Ma quanti sanno davvero che cos’è il metabolismo e che ruolo ha nel peso corporeo? Per fare chiarezza Shape Up America, un’organizzazione no profit Usa, ha da poco pubblicato un documento per conoscere il metabolismo, misurarlo e chiarire le leggende che circolano al riguardo. Quello basale un po’ pigro, ad esempio, è vituperato da tanti come il principale responsabile dei chili di troppo anche se non è quasi mai così. «Si tratta della quantità di energia che l’organismo spende per far girare il motore al minimo, ovvero per mantenere le funzioni vitali: respirazione, circolazione del sangue, battito cardiaco e così via - spiega Roberto Castello, presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi e responsabile dell’Unità di endocrinologia al Policlinico Universitario di Verona -. Ognuno di noi ha un proprio metabolismo basale e ci sono parametri che lo determinano su cui non possiamo agire neppure volendo: intanto, diminuisce di circa il 2% ogni dieci anni a partire dai 30 anni, perché dopo i 25 si arresta la crescita della massa ossea. È più alto negli uomini rispetto alle donne perché è proporzionale alla massa muscolare, più abbondante nel sesso maschile; a parità di peso, inoltre, una persona più alta “brucia” più energia perché deve far “viaggiare” di più sangue, nutrienti e così via. Infine, conta certamente anche l’assetto genetico».
Esistono cioè i “grandi risparmiatori” e i “grandi consumatori” di energia, profili determinati non da un singolo gene, ma da un complesso di fattori. «Tendenzialmente siamo risparmiatori, perché abbiamo il genotipo degli antenati primitivi, vissuti quando il cibo scarseggiava: un metabolismo che consuma poco consentiva loro di sopravvivere alle carestie - osserva Luca Chiovato, docente di endocrinologia all’Università di Pavia e responsabile dell’Unità di Medicina Interna ed Endocrinologia dell’Istituto Scientifico di Pavia dell’IRCCS Fondazione Salvatore Maugeri -. Oggi abbiamo cibo a volontà e l’ambiente ci spinge a essere sedentari: anche da questo derivano i problemi di peso di molti di noi». «Per non accumulare chili di troppo l’introito di energia deve essere pari al consumo, che è dato dal metabolismo basale più la spesa energetica dell’attività motoria volontaria - spiega Francesco Trimarchi, presidente della Società Italiana di Endocrinologia e docente di endocrinologia dell’Università di Messina -. Inoltre, serve “benzina” anche per digerire il cibo che mangiamo e per mantenere il calore corporeo».
Il metabolismo basale incide per il 60-70% della spesa energetica totale, perché servono molte calorie per far funzionare tutto l’organismo anche se non muoviamo un dito e restiamo zitti. Per misurarlo in maniera grossolana si possono considerare parametri come peso, altezza, età e sesso; la misura precisa si fa invece con la calorimetria, un esame da svolgere a completo riposo con il quale si quantifica l’ossigeno consumato e l’anidride carbonia prodotta, che sono correlati al dispendio energetico. In alternativa, essendo il metabolismo basale proporzionale alla massa muscolare, si può valutare la composizione corporea con l’impedenziometria, un test che misura la resistenza dei tessuti al passaggio di una piccola corrente informando così sulla quantità di massa grassa e magra presenti, o la plicometria, che stima il grasso sottocutaneo in punti specifici del corpo “pizzicando” la pelle con uno speciale strumento. «In passato la stima del metabolismo basale veniva usata anche per valutare la funzionalità della tiroide, che incide molto sulla velocità del consumo di energia dell’organismo - dice Chiovato -. Tuttavia è un metodo poco specifico, perché i valori del metabolismo basale si alterano solo per gradi elevati di disfunzioni tiroidee».
Certo è che la tiroide c’entra molto nella velocità con cui consumiamo energia, come spiega Castello: «Assieme a cortisolo e adrenalina prodotti dalle ghiandole surrenali, gli ormoni tiroidei sono quelli che più incidono sul metabolismo, perché lo regolano nella maggior parte dei tessuti: agiscono sull’apparato respiratorio delle cellule, favoriscono la produzione di nutrienti, la sintesi delle proteine e la scissione dei grassi, aumentano l’utilizzo del glucosio. Così non sorprende scoprire che il consumo di ossigeno di un paziente ipotiroideo, indicativo del metabolismo basale, scende a 150 millilitri al minuto rispetto ai circa 250 della norma; in chi invece ha una tiroide iperfunzionante, sale anche a 400 millilitri al minuto». Gli ipotiroidei e gli ipertiroidei sono infatti i casi in cui il metabolismo basale ha una velocità evidentemente diversa dal normale, con conseguenze sullo stato di salute generale: chi diventa ipertiroideo dimagrisce pur mangiando più del solito, è irrequieto, iperattivo, ha il battito cardiaco accelerato, suda molto; chi invece ha la tiroide “addormentata” perde l’appetito (l’aumento di peso quindi è spesso limitato, contrariamente a quanto tanti pensano), è sonnolento, soffre il freddo, ha il battito cardiaco rallentato.
«Quando non c’è un problema della tiroide, invece, il metabolismo basale di ciascuno di noi può essere più o meno lento, ma in misura modesta, tale da giustificare solo in minima parte eventuali differenze di peso» dice Chiovato. Secondo gli endocrinologi però avere un’idea almeno approssimativa del proprio metabolismo basale è utile per non fare errori con le diete: «Seguire a lungo un’alimentazione ipocalorica che introduca meno energia di quella necessaria a riposo è pericoloso - avverte Trimarchi -. I regimi di questo tipo non possono essere protratti più di poche settimane e solo se si è seguiti dal medico. Quando si forniscono meno calorie di quelle richieste dal metabolismo basale il corpo entra in allarme: prende nutrienti dal tessuto muscolare, azzera la possibilità di riprodursi». Tutto l’organismo si indebolisce se non ha più “benzina” per funzionare: cuore e ossa diventano più fragili, ci si ammala più facilmente, si è incapaci di concentrazione e sonnolenti, fino a sviluppare una vera e propria anoressia. Anche senza arrivare a tanto, con le diete drastiche che tagliano troppe calorie non si ottengono comunque risultati: «In breve tempo fanno “addormentare” il metabolismo, perché il corpo vive la carenza di calorie come un’emergenza da gestire abbassando i consumi al minimo. A quel punto l’ago della bilancia si inchioda e scatta la frustrazione, così viene naturale ricominciare a mangiare e i chili tornano: le soluzioni rapide non pagano mai, meglio un calo di peso lento e costante che mantenga sempre il metabolismo “sveglio”» conclude Castello.

FONTE:di Elena Meli http://www.corriere.it/ 24 febbraio 2014 | 09:40
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FRITTELLE CROCCANTI DI PATATE

INGREDIENTI PER 20 FRITTELLE CIRCA
Patate grandi 4
Farina 2 cucchiai
Rosmarino 2 rametti
Sale q.b.

INFORMAZIONI
Difficoltà Facile
Tempo di preparazione 20minuti
Tempo di cottura 20minuti
Costo Basso

TAPPE DI PREPARAZIONE
TAPPA 1
Lavate e pelate le patate, quindi tagliatele a filetti (se l’avete, potete servirvi dell’apposita grattugia) e ponetele in una ciotola. Aggiungete un paio di cucchiai di farina gli aghi di rosmarino tritati grossolanamente, e mescolate per amalgamare gli ingredienti.

TAPPA 2
Aggiungete il sale. Versate un paio di dita d’olio in un tegame e fatelo scaldare (180°), quindi prendete il composto a cucchiaiate e ponetele nell’olio caldo, schiacciando la frittella con i rebbi di una forchetta. Fate dorare la frittella da entrambi i lati e poi mettetela a scolare dall’olio in eccesso su della carta assorbente da cucina. Servite le frittelle croccanti di patate ancora calde.

FONTE: http://www.tribugolosa.com/

sábado, 28 de noviembre de 2015


COMPARAN CON FUKUSHIMA EL IMPACTO AMBIENTAL DE ACCIDENTE MINERO EN BRASIL

El impacto ambiental provocado por la rotura de dos diques de contención de residuos de la industria minera en Minas Gerais, en el sureste de Brasil, puede compararse al causado por el accidente en la planta nuclear de Fukushima, ocurrido en Japón en 2011, dijo el biólogo brasileño André Ruschi.
Mientras la ministra brasileña de Medio Ambiente, Izabella Teixeira, advirtió este lunes que la recién iniciada temporada de lluvias puede agravar los daños ambientales del deslave minero que sepultó un pueblo y ahora contamina el río Doce.

El 5 de noviembre se rompieron dos diques de contención una empresa minera, causando una avalancha de barro y desechos mineros que dejó 12 muertos y 12 desaparecidos.

"El barro ya llegó al mar, pero hay que recordar que quedó mucho por el camino y ese lodo aún está descendiendo. Con las lluvias, ese barro se levantará y seguirá avanzando", afirmó Teixeira, según el sitio de información de la red Globo G1, tras sobrevolar la desembocadura del río Doce en el estado de Espíritu Santo (sureste).
La temporada de lluvias se prolonga hasta marzo o abril
Fue en el vecino Minas Gerais (también en el sureste de Brasil) donde el 5 de noviembre se rompieron dos diques de contención de la empresa minera Samarco, causando una avalancha de barro y desechos mineros que dejó 12 muertos y 12 desaparecidos.

La tromba de barro inició entonces su viaje a través de la cuenca del río Doce hasta que este fin de semana alcanzó el Océano Atlántico, tras recorrer 650 kilómetros en 16 días.

Más de 280.000 personas están sin agua y miles de animales murieron, por lo que la ministra aseguró que la vigilancia del gobierno se extenderá hasta 120 días en la costa.

"Hay que adoptar medidas de emergencia, como la atención a las poblaciones aisladas, que viven a lo largo del río Doce y están sin información. También tenemos que atender a los trabajadores que sacan su sustento del río, así como los pescadores. Ellos necesitan ayuda y estamos procurándola", afirmó, añadiendo que el ministerio monitorea igualmente la situación de los animales.

Teixeira, que declaró el domingo que el deslave en Mariana hace casi tres semanas es el "mayor desastre ambiental que Brasil enfrentó jamás", insistió en que la recuperación del río será lenta.

"Es un accidente grave, pero tenemos que trabajar juntos, informar, exigir que la empresa cumpla su papel y más que eso: juntos, tenemos que reconstruir el río Doce", dijo.

El Instituto de Medio Ambiente de Espíritu Santo informó el lunes que los peces en el río Doce "ya no tienen más condiciones de contribuir para la repoblación del río, sus afluentes y lagunas próximas", ya que fueron "debilitados por la condición grave del agua mezclada con el barro" y no sobrevivirán aun si son transportados a otros cauces.

Samarco -propiedad de las multinacionales Vale de Brasil y la anglo-australiana BHP Billiton- ha prometido pagar por lo menos 260 millones de dólares para reparar los daños ambientales y las autoridades brasileñas le han impuesto multas por 175 millones de dólares.

FUENTE: Este contenido ha sido publicado originalmente por Diario EL COMERCIO en la siguiente dirección: http://www.elcomercio.com/actualidad/brasil-accidente-mina-contaminacion-fukushima.html. Si está pensando en hacer uso del mismo, por favor, cite la fuente y haga un enlace hacia la nota original de donde usted ha tomado este contenido.
http://www.conflictosmineros.net/
http://www.ecoportal.net/


LA CURCUMA RIPARA I TESSUTI DANNEGGIATI DEL FEGATO E LO PRESERVA

La curcuma è un’antica spezia molto usata in oriente e che, negli ultimi anni, è sempre più conosciuta anche in Italia, oltre che per il suo gusto pungente anche per le sue molteplici proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antisettiche e antitumorali. Oggi parleremo della sua incredibile capacità di rigenerare i tessuti del fegato e di preservarne la salute generale.

La curcuma – o zafferano delle Indie – è una spezia medicinale cui notizie risalgono fino a più di 2000 anni fa. Il suo componente biologicamente attivo è la curcumina, di cui potete leggere i notevoli benefici in questo articolo. La ricerca ha connesso la curcuma a una grande varietà di meravigliose proprietà, tra i quali emerge il mantenimento della salute del fegato.
IL RUOLO DELLA CURCUMA NELLA SALUTE DEL FEGATO
Secondo un nuovo studio del Giornale dell’Associazione Medica Thailandese, gli scienziati hanno scoperto che il tessuto del fegato di topi affetti da diabete veniva riparato e addirittura rigenerato grazie all’aiuto di questa potente radice.

“È stato affascinante notare come la struttura microvascolare del fegato di un gruppo trattato con la curcumina abbia sviluppato una rigenerazione e riparazione dei tessuti fino a riportarli a caratteristiche normali e salutari“. Concludono “Questi risultati dimostrano ottimisticamente il potenziale uso della curcumina come un nuovo agente terapeutico nelle patologie del fegato dei diabetici”.

Ma cosa rende la curcuma così speciale? È appunto la sua componente attiva chiamata curcumina, da lungo tempo connessa con la salute del fegato.Numerosi studi hanno collegato in maniera effettiva questo agente nel combattere il cancro al fegato e nel miglioramento dei fibromi del fegato.
LO STUDIO KOREANO
Un nuovo esperimento clinico pubblicato nel BMC Complementary and Alternative Medicine Journal [1] fa luce sulle incredibili proprietà protettive e rigenerative dei tessuti del fegato.

Dei ricercatori Sud Koreani del centro di sperimentazione clinica del Chonbuk National University Hospital, hanno testato la loro ipotesi secondo cui la curcuma può migliorare il funzionamento del fegato, amministrando una forma fermentata ai soggetti, di 20 anni o più, a cui erano stati diagnosticati da livelli lievi a moderatamente elevati di alanina aminotranferasi, un enzima che indica lo stato di salute del fegato.

Sessanta soggetti sono stati randomizzati per ricevere 3.0 g di polvere di curcuma fermentata (FTP) o 3.0 g di placebo al giorno per 12 settimane. Il gruppo di prova ha ricevuto 2 capsule di FTP 3 volte al giorno dopo i pasti, per 12 settimane.

I RISULTATI
Non solo la polvere di curcuma fermentata ha abbassato in maniera significativa i livelli di alanina aminotransferasi ma ha anche ridotto l’ aspartato transaminasi (AST) e il gamma-glutammiltransferasi (GGT), altri due enzimi che, quando elevati, sono comunemente associati con dei danni al fegato. Gli effetti sono rimasti per tutta la durata del trattamento. L’ FTP inoltre è stato ben tollerato e non ha presentato nei soggetti degli effetti avversi significativi.

Questo studio aggiunge ancora più importanza al vasto corpo di studio di ricerca preclinica che si è accumulato nelle ultime due decadi e che conferma che la curcuma e il suo principale polifenolo, la curcumina, ha delle proprietà di protezione sul fegato.

GLI ALTRI BENEFICI DELLA CURCUMA
La curcuma ha il potere unico di assistere gli enzimi che sono responsabili dell’eliminazione degli ormai noti agenti cancerogeni contenuti negli alimenti. Il risultato è una migliore e maggiore protezione contro i danni al fegato e addirittura la rigenerazione delle cellule epatiche malate. La curcuma è inoltre responsabile del miglioramento della salute della cistifellea.

In relazione al diabete ci sono innumerevoli studi che collegano la curcumina al trattamento dei malati di diabete, grazie alla protezione del fegato, alla funzione dei reni, alla retinopatia tipica dei diabetici, cataratte, densità delle ossa, prevenzione e neuropatie.

La lista dei benefici non si ferma qui, la curcuma infatti ha mostrato di avere notevoli benefici anche per i malati di Alzheimer. Gli esperti credono che la bassa incidenza di questa malattia nelle popolazione del Medio Oriente possa essere attribuita al largo consumo di curcuma.
Melanoma, cancro al seno, cancro ai polmoni e alla gola e, naturalmente, al fegato, possono essere tutti aiutato con un abbondante uso di curcuma.

[1] Sang-Wook Kim, Ki-Chan Ha, Eun-Kyung Choi, Su-Young Jung, Min-Gul Kim, Dae-Young Kwon, Hye-Jung Yang, Min-Jung Kim, Hee-Joo Kang, Hyang-Im Back, Sun-Young Kim, Soo-Hyun Park, Hum-Young Baek, Yong-Jae Kim, Joon-Yeol Lee, Soo-Wan Chae. The effectiveness of fermented turmeric powder in subjects with elevated alanine transaminase levels: a randomised controlled study. BMC Complement Altern Med. 2013 ;13:58. Epub 2013 Mar 8. PMID: 23497020

FONTE: Lucia Berdini http://www.dionidream.com/


QUE PESO TE CORRESPONDE



CARDAMOMO

Il cardamomo è una spezia originaria dell’Asia tropicale i cui frutti si trovano all’interno di una capsula. Con il nome “cardamomo” si indicano tre piante differenti sia per sapore, sia per utilizzo: il cardamomo verde (il “vero cardamomo”), il cardamomo di Cylon e quello nero. Il più pregiato ed utilizzato in cucina è quello verde coltivato e raccolto nelle foreste pluviali dell’India meridionale (Malabar) e dello Sri Lanka, ad altitudini comprese fra 750 e 1500 metri, spesso anche sul ciglio di burroni o sotto alti alberi tropicali. E’ la terza spezia più cara al mondo dopo lo zafferano e la vaniglia.

Curiosità
Conosciuto e utilizzato già dai romani e dai greci, il cardamomo arrivò in Europa lungo le via carovaniere, anche se veniva utilizzato soprattutto come ingrediente per i profumi. Nelle “Mille e una notte” viene citato spesso come spezia afrodisiaca e nel Kashmir le spose portano al polso alcuni semi di questa pianta come simbolo del nutrimento ristoratore che offriranno al marito.

Proprietà
I semi contenuti nella capsula (la vera parte aromatica) sono caratterizzati dalla presenza di un olio essenziale, con leggere proprietà anestetiche, che favorisce la secrezione dei succhi gastrici. In cucina il cardamomo, con il suo sapore forte, speziato, leggermente piccante e fruttato, viene utilizzato per insaporire molti piatti ed è alla base del curry. Utilizzo Ottimo anche nei dolci, soprattutto al cioccolato, il cardamomo può essere utilizzato, filtrandolo, come aromatizzante per il caffè e per il tè (come accade in Nord Africa).

Per i vegolosi che amano i sapori speziati e il cioccolato e vogliono provare un accostamento impareggiabile.

Vegolosi.it - Leggi su: http://www.vegolosi.it/?p=39


PASTEL CRUDO DE CHOCOLATE Y FRAMBUESAS



TORTA SPEZIATA ALLA ZUCCA CON CIOCCOLATO E NOCI Dopo infiniti momenti d'attesa, lunghe preparazioni e ansia da prestazione (ma di che, poi?), eccomi pronta con la mia prima ricetta su questo neonato blog, creato dal bisogno di avere un proprio piccolo spazio, una minuscola isoletta felice in cui potermi dirigere all'occorrenza, quando quello che c'è qua fuori non mi piace. Bando alle ciance, dato che avremo modo di conoscerci col tempo, passiamo alla ricetta.Una deliziosa e sofficissima torta che reca in sé tutti i sapori e i colori dell'autunno; davvero appagante e capace di scaldare il cuore anche nei momenti più cupi. Ingredienti: 370 gr zucca cotta al vapore 300 gr farina 00 3 cucchiai colmi di frumina o amido di mais 90 gr zucchero integrale di canna 1 bustina lievito per dolci mezzo cucchiaino di cannella in polvere 1 fiore di anice stellato 2 chiodi di garofano 1 cucchiaino di bicarbonato 1 arancio non trattato (scorza e succo) 3 cucchiai olio di mais 1 cucchiaino aceto di mele 80 gr noci sgusciate (circa 13 noci col guscio) 60 gr cioccolato fondente aromatizzato all'arancio (prodotto sia da Vivani che da Altromercato) un pizzico di sale un cucchiaio malto di mais Preparazione: Prima di tutto prepariamo gli ingredienti: tagliamo grossolanamente le noci e il cioccolato; con un macinino da caffè o in un mortaio riduciamo in polvere l'anice stellato e i chiodi di garofano; grattuggiamo la scorza dell'arancio. In una ciotola capiente posizioniamo tutti gli ingredienti secchi, tranne le noci e il cioccolato, e misceliamoli tra loro. Creiamo una fontana e al centro posizioniamo la zucca ridotta in purea. Con un cucchiaio facciamo incorporare alla zucca quanta più farina possibile e solo a questo punto aggiungiamo gli ingredienti liquidi (olio, succo e aceto) miscelati tra loro. Amalgamiamo con movimenti dal basso verso l'alto, per fare incorporare un po' d'aria. Ora aggiungiamo le noci e il cioccolato tritati. Versiamo il composto ottenuto, di consistenza piuttosto liquida, in una tortiera di 20 cm di diametro precedentemente unta. Versiamo sulla superficie un cucchiaio colmo di malto di mais. Inforniamo in forno già caldo a 220° per 20 minuti, abbassiamo la temperatura a 200° e continuiamo per altri 20 minuti, o comunque finché la torta non risulta asciutta infilzandole uno stecchino al centro.

FONTE: http://girovegandoincucina.blogspot.it/


PEPITA ROSEMARY PÂTÉ {VEGAN, GRAIN FREE, GLUTEN FREE}

A variation of a recipe from The 30 Minute Vegan cookbook! This pâté is flavorful with just the right amount of spiciness; it would also be great as a spread or vegan dip!

I had the most terrific news today: My Soldier is coming home a few weeks early from one of his trips!! I’m absolutely thrilled to have him back, I am so excited, I can’t even sleep!

There is just one problem. I bought a house for us while he was gone and he hasn’t seen it yet! Yes, he knows about the house (couldn’t have snuck that one past him) buttt I wanted everything to be absolutely perfect the first time he laid eyes on it in the hopes that he would fall in love with the house just like I did!

Instead, he’s coming home to a construction site; I’m adding a half bath – there is material and dust everywhere, we have a dining table without chairs, the two guest rooms are so stuffed with moving boxes, you can’t even get into these rooms. Paint samples all over the walls (how can anybody decide when there are hundreds of different colors and nuances to choose from?!), windows without blinds or curtains, piles of stuff I haven’t decided where to store.

Not the ideal scenario; my to-do list is several pages long. So, what do I typically do when I’m so overwhelmed that I don’t know where to begin? That’s right. I don’t do anything. I just sit and ponder in a kind of transfixed manner because – – what’s the point in trying when you know you won’t accomplish anything you set out to do?

So, I sat and pondered for about half a day but – good grief, I’m way to excited about my Soldier coming home to be in a funk about things not working out according to plan. It’s not like he cares, anyway. In a sense, this stress is self-inflicted. My soldier couldn’t care less about wall paint, curtains or dusty floors! He’s the most laid back person I know which is one of the many reasons I am crazy about this guy!

With all this hustle and bustle going on, I am subsisting on snack food rather than fully cooked meals and this Pepita Rosemary Pâté was on the menu for today. This pâté is so incredibly tasty, I had to share it with you guys. This is my version of one of Mark Reinfeld’s recipes from his book The 30 Minute Vegan. This book is full of delicious recipes; not all of them are grain and gluten free but a lot of them can easily be adjusted.

Mark calls this “pâté” but you may call it dip, hummus or spread; this dish is very versatile!

I love pepitas (=pumpkin seeds) raw, roasted, toasted or processed into milk! The health benefits are incredible.

Pumpkin seeds are a very good source of phosphorus, magnesium, manganese, and copper as well as other minerals including zinc and iron. Pumpkin seeds are also a good source of protein which makes them a preferred food for vegans and vegetarians!

In addition, pumpkin seeds can help prevent or combat conditions such as:

Diabetes: Pumpkin seeds have shown improved insulin regulation which is great news for diabetics!
Antimicrobial Benefits: Pumpkin seeds have anti-fungal and anti-viral properties.
Cancer-related Benefits: As pumpkin seeds are unique in their composition of antioxidant nutrients they can help prevent the growth of cancer cells.
source

I found these tasty flax seed crackers that are grain free (and gluten free); my local health food store carries them, they’re called Flackers. These little crackers are very crunchy and above all, filling! I had a handful last night before dinner… and then dinner never happened because I was so full.

PREP TIME
10 mins
TOTAL TIME
10 mins
Author: Rose | The Clean Dish
INGREDIENTS
1½ cups raw pumpkin seeds
2 cloves garlic
½ cup water
2 tablespoon freshly squeezed lemon juice
2 tablespoon nutritional yeast
1 tablespoon olive oil
1 teaspoon rosemary powder
½ teaspoon hot paprika powder
½ teaspoon sea salt
DIRECTIONS
Soak pumpkin seeds in water for about 10 minutes, drain and rinse well.
Combine all ingredients in a food processor and process until smooth; you may have to add more water if the pâté is too thick.
Allow to marinate for at least 10 minutes before serving, then keep refrigerated for up to 2 days.

FONT: http://www.thecleandish.com/