domingo, 29 de noviembre de 2015


SE STIAMO SEDUTI PER TROPPE ORE IL FEGATO SOFFRE
Studio mostra una associazione diretta tra la sedentarietà e la steatosi epatica non dovuta al consumo di alcol

Non è solo il benessere mentale a risentirne. Passare troppo tempo seduti, costringendo il nostro corpo ad un’innaturale immobilità, ha delle conseguenze negative sull’intero organismo. Gli studi mostrano che le giornate trascorse sulla sedia in ufficio o sul divano di casa significano un aumentato rischio di diabete, malattie cardiovascolari, obesità e di altre patologie, e ciò è vero anche nonostante eventuali saltuari episodi di attività fisica, pur intensa, non in grado di proteggerci completamente contro i rischi della sedentarietà.
Ora un nuovo studio coreano mostra che anche il fegato di chi non eccede con l’alcol risente dell’immobilità protratta, diventando più esposto al rischio di accumulo di grasso. La condizione, che va sotto il nome di steatosi epatica non alcolica (NAFLD) o fegato grasso non alcolico, è caratterizzata da un ampio spettro di lesioni dell’organo, aumenta il rischio cardiovascolare e in alcuni pazienti può anche evolvere verso patologie epatiche più gravi, attraversando una fase infiammatoria definita steatoepatite non alcolica (Non Alcoholic Steato-Hepatitis, NASH) fino alla fibrosi, alla cirrosi e al tumore.
Monitorando per 33 mesi oltre 140 mila coreani adulti registrandone il tempo speso seduti e l’attività fisica compiuta, lo stile di vita e lo stato del fegato, i ricercatori hanno trovato un’associazione tra le ore trascorse seduti e la prevalenza della NAFLD. E questo legame è stato osservato anche nei pazienti coreani tutt’altro che sovrappeso, ma con un indice di massa corporea inferiore a 23.
Spesso asintomatica e diagnosticata casualmente in occasione di esami ecografici , la steatosi epatica non legata al consumo di alcol non è una patologia rara, al contrario la prevalenza è del 20-25% nella popolazione italiana generale, ma sale fino anche al 90% nei soggetti obesi, e ne soffrono dal 15 al 25% dei bambini. Le stime indicano che è la causa più frequente di malattia cronica epatica ed è destinata a diventare in pochi anni la più frequente causa di trapianto epatico per una malattia del fegato.
La sua rilevanza epidemiologica e la possibile evoluzione verso condizioni più gravi impongono grande attenzione ai comportamenti in grado di prevenire la sua comparsa. «Il messaggio è chiaro: le nostre sedie ci stanno lentamente uccidendo» ha affermato il professor Michael Trenell dell’Institute of Cellular Medicine dell’Università di Newcastle nel Regno Unito e autore dello studio. «Il nostro corpo è fatto per muoversi e non è dunque sorprendente che la sedentarietà, caratterizzata da una ridotta attività muscolare, abbia un impatto diretto sulla fisiologia. Data la scarsa disponibilità di terapie farmacologiche, i cambiamenti nello stile di vita sono, al momento, il cardine del trattamento. La nostra sfida è ora di alzarci e muoverci per la NAFLD, sia fisicamente che metaforicamente».

FONTE: http://www.lastampa.it/

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