viernes, 10 de abril de 2015



PULCINI MASCHI TRITATI VIVI: VERSO IL DIVIETO NEGLI ALLEVAMENTI IN GERMANIA DAL 2017
Il governo tedesco vorrebbe fermare l'uccisione dei pulcini maschi tritati vivi negli allevamenti di galline ovaiole. Il ministro dell’Agricoltura, Christian Schmidt, ha già dichiarato che il metodo è quasi a punto e inizierà ad essere applicato negli allevamenti da fine 2016.
La pratica potrebbe essere bandita dal 2017 e, di fatto, si tradurrà in un costo aggiuntivo per le uova di soli 2 centesimi. Sarebbe una grande svolta verso forme di allevamento più sostenibili, anche se la legge Ue consente al momento di eliminare gli 'scarti', cioè gli sfortunati pulcini maschi, senza alcun limite nei tritacarne.
L’ANNUNCIO TEDESCO - Ogni anno nella sola Germania 45 milioni di pulcini vengono uccisi poco dopo che le uova si schiudono perché non in grado di fare altre uova. La pratica è autorizzata dalla legge Ue, che consente l’eliminazione fisica di quelli che sono “scarti di produzione” attraverso tritacarne. Ma, a quanto pare, la Germania potrebbe essere il primo Paese ad invertire la rotta.
IL DIBATTITO IN SVIZZERA – Hans-Ulrich Uber, direttore della Protezione svizzera degli animali si scaglia contro la pratica di gassare i pulcini maschi. Per lui la questione è soprattutto etica: non è etico covare dei pulcini per puro scopo economico per poi buttarli. L’alternativa per lui sarebbe quella di creare un nuovo incrocio di polli adatti sia al mercato delle uova che a quello della carne, oppure la diagnosi del genere in ovo.
Ma la Gallosuisse, l’associazione dei produttori di uova, non la vede allo stesso modo: i pulcini scartati diventano mangime per animali e si finirebbe a dover allevare ratti se non ci fossero i pulcini.
LE ALTERNATIVE - I più contrari sono sempre stati i gruppi animalisti, gli stessi che tentano di mostrare quanto più possibile al consumatore come l’allevamento di questo tipo oggi non sia sostenibile. Si fa leva sulle emozioni, inutile dirlo, e la Rete aiuta a diffondere immagini e video virali spesso ottenuti sotto copertura dagli attivisti. Solitamente, la richiesta concreta alle istituzioni, accanto alle opere di sensibilizzazione, è quella di applicare all’allevamento metodi che permettano di conoscere il sesso dei pulcini prima che nascano.
Ma la questione non è soltanto etica e di rispetto verso gli animali, riguarda la sostenibilità di un modello che attualmente per puri fini di profitto genera vita per poi sopprimerla. E come dimostra il caso tedesco, il costo legato al passaggio ad un modello basato sulla scienza sarebbe questione di pochi centesimi.
ANCHE LE AZIENDE CHIEDONO SOSTENIBILITA’ – Non tutte le aziende, né gli allevatori, però sono inclini a proseguire con le pratiche attuali. Mentre in Inghilterra si fa fatica a cercare lavoratori che assumano il ruolo di “chicken sexer” (selezionatore di pulcini maschi), ci sono allevatori che denunciano le condizioni insostenibili degli allevamenti e anche grandi multinazionali che scendono in campo.
Unilever ad esempio lo scorso anno ha annunciato l’impegno a trovare un’alternativa e di voler finanziare la ricerca per creare incubatrici che consentano di determinare il sesso degli embrioni prima che si formino i pulcini. Proprio come chiedono gli attivisti e come si appresta a fare la Germania. E’ tempo che anche la legge si adegui e fissi regole diverse. .
FONTE: Anna Tita Gallo per http://www.greenbiz.it/

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