domingo, 28 de octubre de 2018




CURCUMA: CONTROINDICAZIONI IN GRAVIDANZA E CASI IN CUI É MEGLIO EVITARLA

La curcuma è una spezia benefica che presenta anche delle controindicazioni. Scopri quali sono, se si può usare in gravidanza ed allattamento e quali soggetti devono evitarla.

In questo articolo ci concentreremo sulle controindicazioni della curcuma, una spezia che ha già da tempo fatto la sua comparsa nella cucina italiana. È opportuno sottolineare che non tutte le persone sono destinate a incorrere in reazioni avverse in seguito all’uso di questa spezia.

Esistono infatti determinati soggetti che sono più “predisposti”, in particolare, coloro che presentano patologie legate all’apparato digerente oppure che lamentano disturbi alla cistifellea. Bisogna prestare attenzione anche all’utilizzo della curcuma in gravidanza, a causa del suo effetto eccitante, e in allattamento.

Al di là di situazioni specifiche, la curcuma costituisce un alimento da consumare in sicurezza, la cui posologia va comunque rispettata: la dose giornaliera di curcuma è 1,5 gr per la polvere e fino ai 3 gr per la radice fresca. Ricordiamo che questa spezia è un potente tonico e antinfiammatorio naturale che consente di trattare artriti, mal di testa e qualsiasi altro tipo di infiammazione, nonché stimolare il sistema immunitario. Non meno importante è infine l’azione ipocolesterolemizzante e contro le infezioni delle vie urinarie e respiratorie.

Controindicazioni della Curcuma
Vi sono determinati soggetti affetti da patologie o che si trovano in condizioni particolari che dovrebbero non abusare della curcuma. Vediamo da vicino quali sono le controindicazioni della curcuma e le reazioni che si potrebbero accusare.

Curcuma e problemi alla cistifellea
È necessario non eccedere nella dose giornaliera di curcuma consigliata se si soffre di problemi alla cistifellea. Poiché la curcuma è in grado di stimolare la produzione di alcuni tipi di fluidi coinvolti nel processo digestivo, fra cui la bile, una dose eccessiva di questa spezia potrebbe causare una iper-produzione di bile e comportare disturbi alla cistifellea (essendo questo l’organo che funge da serbatoio del liquido).

Come effetti collaterali della curcuma, potrebbero formarsi dei calcoli nell’organo, oppure si potrebbe favorire l’insorgere di un processo infiammatorio, chiamato colecistite. Infine, è anche possibile che si verifichi l’ostruzione dei dotti biliari.

Curcuma e reazioni allergiche
Esistono soggetti che presentano un’allergia alla curcuma che devono evitarne il consumo per non incorrere in rush cutanei, problemi di stomaco, nausea o diarrea. In pochi casi documentati si è verificato invece shock anafilattico. Queste situazioni spiacevoli possono riscontrarsi sia nei casi di uso interno che esterno.

Le controindicazioni della curcuma riguardano anche l’uso di creme e preparati che la contengono e che vengono usati in caso di contusioni o di dolore muscolare. Chi poi ha un’allergia verso i coloranti dovrebbe accertarsi di essere o meno allergico alla curcuma, poiché essa è largamente adoperata in molti alimenti confezionati e bevande alimentari.

Curcuma e problemi gastrointestinali
Tra le controindicazioni della curcuma figurano anche problemi di stomaco. Dal momento che la curcuma sollecita la produzione di succhi gastrici, un consumo eccessivo potrebbe avere come conseguenza acidità di stomaco, gastrite e in generale dolori addominali. Inoltre, le persone che soffrono di iperacidità e dispepsia dovrebbero fare molta attenzione all’uso della curcuma, che potrebbe peggiorarne le condizioni.
Anche nel caso si soffrisse di reflusso gastroesofageo è bene ridurre notevolmente le quantità di curcuma da ingerire. In questi casi si consiglia di consumare la spezia con cibo solido o durante i pasti.

Curcuma e problemi di coagulazione del sangue
La curcuma contiene la curcumina, un componente presente nella radice della pianta che svolge un’azione antitrombotica. Questo significa che la curcumina previene la formazione di coaguli e trombi e quindi tende a mantenere il sangue fluido. Sebbene la fluidità del sangue sia fondamentale per essere in buona salute, vi sono casi in cui possono sorgere serie complicazioni e per cui è bene fare attenzione alle controindicazioni della curcuma.

Ciò è vero soprattutto per coloro che presentano problemi di coagulazione ed emofiliaci. In questi soggetti l’uso della curcuma potrebbe provocare emorragie e lividi anche in assenza di traumi. Per questa ragione, proprio come accade per lo zenzero, è opportuno non assumerla in prossimità di interventi chirurgici.

Curcuma e calcoli renali
Le controindicazioni della curcuma riguardano anche patologie renali. La curcuma, come anche altri alimenti, è una spezia ricca di ossalati, vale a dire composti che unendosi al calcio tendono a formare dei cristalli e a depositarsi nelle vie urinarie. Questi cristalli rappresentano i veri e propri calcoli renali che causano, come ben sappiamo, forti dolori.

Vista l’elevata presenza degli ossalati nella curcuma, le persone che hanno una storia medica di calcoli o problemi ai reni devono attenersi a una dose di curcuma ridotta, onde evitare appunto la formazione di calcoli.

Curcuma e interazioni con i farmaci
Sebbene sia soltanto una spezia, anche la curcuma può provocare interazioni con alcuni farmaci. In particolare, la curcuma riuscirebbe a potenziare l’effetto di medicine come gli anticoagulanti (pensiamo all’aspirina o al warfarin), dal momento che essa agisce in modo naturale nel mantenere il sangue fluido.

Se ci fosse un consumo concomitante della curcuma e degli anticoagulanti, si potrebbero notare lividi sulla pelle o, nei casi peggiori, emorragie interne. La curcuma potrebbe inoltre alterare l’assorbimento e/o l’azione di altri farmaci, quali FANS oppure ipoglicemizzanti, incrementandone sì gli effetti positivi, ma anche il rischio di effetti collaterali.

Curcuma in Gravidanza e Allattamento
Consumare la curcuma in gravidanza in dosi elevate porterebbe a stimolare l’attività dei muscoli uterini con la conseguente comparsa di contrazioni oppure del flusso mestruale. È possibile che ciò porti a conseguenze spiacevoli. Ricordiamo che la migliore soluzione è parlare con il proprio medico o ginecologo per capire se e in quali dosi poter consumare la curcuma in gravidanza.

Per quanto invece riguarda l’uso della curcuma in allattamento, non vi sono studi sufficienti che indichino quale sia il dosaggio consigliato, pertanto si consiglia di assumerla in dosi ridotte o evitarla del tutto.

Curcuma: Quando Diminuire il Consumo
Al pari degli altri alimenti, anche le spezie possono provocare degli effetti collaterali. Tuttavia, è bene sottolineare che si tratta di effetti che difficilmente si verificano se si osserva il dosaggio corretto. Bisogna inoltre tenere a mente che le controindicazioni della curcuma riguardano soggetti affetti da: disturbi legati alla digestione (reflusso gastrico, dispepsia), calcoli o infiammazione della cistifellea, soggetti che sono in terapia con anticoagulanti (specialmente se prossimi ad un intervento), o che sospettano un’allergia ai coloranti.

Infine, sarebbe opportuno diminuire il consumo della curcuma in gravidanza, impedendo l’insorgere di rischi. Lo stesso vale per la curcuma in allattamento, per la quale ci sono ancora degli studi in corso.

FONTE: https://www.vivere-armoniosamente.it/controindicazioni-della-curcuma-in-gravidanza/

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