martes, 23 de junio de 2015



IL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO: IL MEZZO PER CONOSCERE NOI STESSI

All’interno del nostro corpo, esiste un complesso sistema di cui non siamo direttamente consapevoli. Tutte le nostre funzioni vitali sono svolte indipendentemente dal nostro controllo e possiamo intervenire solo in maniera indiretta per correggere eventuali disfunzioni.
Come abbiamo visto, questo succede perché ignoriamo l’esistenza di un sistema energetico che è in grado di interfacciarsi fra la nostra consapevolezza e il nostro corpo fisico ed emozionale. Quindi, una volta che diventiamo consapevoli di questo sistema, siamo non solo in grado di percepire lo stato del nostro essere, ma anche di intervenire in favore di un miglioramento. E tutto ciò in modo molto semplice e naturale.
Per prima cosa abbiamo visto che lungo la nostra colonna vertebrale e nella nostra testa sono dislocati 7 centri energetici, detti chakra. Essi sono collegati fra di loro attraverso 3 canali energetici che partono dalla base della colonna fino a giungere nella testa.
Ebbene, questi canali energetici hanno una corrispondenza fisica con il nostro sistema nervoso autonomo, mentre i chakra corrispondono a specifici plessi nervosi (vedi immagine). In particolare i chakra sono localizzati lungo la spina dorsale, nei gangli, e poi si diffondono in tutta l’area trasversalmente corrispondente tramite le varie connessioni nervose.

Sistema Nervoso Autonomo e Chakra
Come sappiamo, il sistema nervoso autonomo agisce indipendentemente dalla nostra volontà e dalla nostra consapevolezza, mentre il sistema nervoso centrale è quello di cui siamo in genere più consapevoli, in quanto regola funzionalità periferiche tipo il tatto, nonché la nostra attività cerebrale.
Per esempio, quando noi corriamo o abbiamo paura, spontaneamente il nostro cuore comincia a battere più rapidamente  e successivamente,quando ci fermiamo, il battito cardiaco rallenta e il tutto avviene senza che ci sia un diretto controllo da parte nostra su questi processi vitali: è invero il sistema nervoso autonomo a realizzare il controllo su di essi.
Il sistema nervoso autonomo è suddiviso in sistema parasimpatico e sistema simpatico, i quali hanno funzioni pressoché complementari: inibitorio l’uno ed eccitatorio l’altro.

Qual è il ruolo del sistema nervoso autonomo nello yoga?
Ebbene, esso è il mezzo attraverso il quale è possibile percepire la nostra Kundalini e viceversa è il mezzo attraverso il quale la Kundalini può agire su di noi a livello fisico. Infatti la corrispondenza fisica dei canali energetici è proprio il sistema nervoso autonomo. In particolare, il simpatico si suddivide in simpatico di destra e sinistra e corrisponde proprio con i canali energetici di destra (Pingala Nadi) e di sinistra (Ida Nadi); mente il parasimpatico corrisponde al canale centrale (Sushumna Nadi).
Una cosa interessante da notare è che il sistema parasimpatico presenta una discontinuità a livello addominale. L’esperienza yoga ci insegna che proprio nella zona addominale è presente un’area che è detta Void (vuoto) o Bhavasagara (Oceano delle Illusioni) che corrisponde analogamente ad una discontinuità della Sushumna Nadi; è proprio la presenza di questa discontinuità ad impedire alla Kundalini a salire da sé  al momento della nostra nascita e anche dopo: il punto è che dobbiamo superare le illusioni della materia per accedere ad un bene più alto.
Quindi il sistema nervoso autonomo è la chiave di lettura di una conoscenza antica di cui in realtà noi stessi siamo i depositari; per avere una conoscenza profonda e sottile di noi stessi basterà “leggere le nostre mani”!
Infatti il sistema nervoso autonomo è diffuso per tutto il corpo e raggiunge le periferie come le mani e i piedi. È già nota a livello medico la riflessologia plantare: essa si basa proprio su questo principio.
I nervi in corrispondenza di ogni dito o parte della mano hanno una diretta connessione con un determinato chakra, per cui ogni segnale percettibile sulla mano ci può dare indicazione di ciò che avviene dentro di noi: qualunque indicazione è sintomo di uno stato di benessere o malessere del chakra. Questo ci permette di avere una conoscenza oggettiva di noi stessi.
Detto ciò, si deduce che l’esperienza “spirituale” non è un qualcosa di trascendentale al quale dobbiamo credere senza evidenza, ma si attualizza come una naturale e percettibile espressione del nostro essere. Il nostro essere spirituale non appartiene ad una dimensione a noi sconosciuta (nell’alto dei Cieli), ma è parte integrante della nostra vita.
E questa è una grande svolta! Perché?
Perché voi diventate i naturali amministratori di voi stessi o per meglio dire: diventate i maestri di voi stessi!

FONTE: http://yogafacile.it/

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