jueves, 31 de marzo de 2016




L'ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE ONCOLOGICO

Prima degli anni ’50 la frequenza dei tumori nella popolazione era di circa 1 persona su 20. Dopo la seconda guerra mondiale si è assistito all’aumento incontrastato delle patologie tumorali che oggi colpiscono 1 persona su 3. Molti studi, ormai, fanno evincere una stretta correlazione tra l’alimentazione e i tumori e circa il 75% di quest’ultimi potrebbe essere evitato seguendo una sana alimentazione. Sempre più autori riportano che la dieta non è solamente fondamentale per la prevenzione dei tumori, ma diventa importantissima durante la patologia e deve essere integrata al protocollo chemioterapico.

Recenti studi si sono concentrati sulla riduzione della tossicità della chemioterapia sul sistema immunitario. Quest’ultimo, infatti, durante il trattamento chemioterapico verrebbe anch’esso interessato dalla tossicità dei farmaci. Il sistema immunitario è fondamentale per combattere infezioni batteriche, infezioni virali, parassitosi ed è importantissimo per contrastare la proliferazione delle cellule tumorali. La sua integrità, durante il protocollo chemioterapico, può essere mantenuta eseguendo, sotto stretta supervisione, qualche giorno di digiuno prima della chemioterapia. Durante il digiuno, infatti, il sistema immunitario si riduce per poi essere nuovamente prodotto quando si ricomincia a mangiare. Così facendo si evita che la chemioterapia danneggi il sistema immunitario, inoltre si favorisce la produzione di nuovi e sani globuli bianchi che parteciperanno alla distruzione delle cellule tumorali insieme al chemioterapico.

Se un paziente sano può permettersi una alimentazione molto varia, mangiando un po’ di tutto, il paziente oncologico deve fare attenzione a molti alimenti. La frutta, ad esempio, molto consigliata per la sua ricchezza in vitamine e minerali, potrebbe favorire la riproduzione delle cellule tumorali. Alcuni tipi di frutta, come le arance, posseggono delle molecole dette poliammine che sembrerebbero favorire la crescita tumorale. La vitamina C? E’ meglio prenderla dai broccoli e dagli altri ortaggi che ne sono ricchi.

Il latte è un altro alimento da eliminare per coloro che hanno una patologia tumorale, in particolare nel carcinoma della mammella, dell’utero e dell’ovario. Il latte vaccino è un alimento ricco di proteine e ormoni che sono specifici per i bovini. Quest’ultimi, grazie alla spinta ormonale del latte specifico per la propria specie, crescono di 250 kg in due mesi. Le molecole del latte vaccino una volta penetrate nel nostro organismo cercano di fare lo stesso con le nostre cellule e in particolare con le cellule tumorali. Inoltre le proteine del latte, le caseine, non possono essere ben trattata dai nostri enzimi appunto perché non siamo bovini dotati di quel particolare sistema enzimatico che ci permette l’utilizzo di queste particolari tipi di proteine.

Molti altri alimenti, oltre quelli sopracitati, non dovrebbero essere assunti dal paziente oncologico. Quest’ultimo, seguito da una persona esperta in campo alimentare, deve cercare di cambiare totalmente stile di vita. Evitate il fai da te, infatti, in quest’ultimi anni, molte persone si sono affidate a protocolli alimentari, scaricati da internet, ricchi di antiossidanti che se pur validi diventano deleteri durante la chemioterapia. Quest’ultima, infatti, prevede l’uccisione delle cellule tumorali con l’aiuto dei radicali liberi. I troppi antiossidanti, introdotti con i succhi e i frullati, contrasterebbero il trattamento farmacologico, favorendo, purtroppo, un peggioramento dalla patologia.

FONTE: di Dario Polisano http://www.ildistretto.it/

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