lunes, 28 de septiembre de 2015



ANDARE IN BICI AL LAVORO SALVEREBBE MILIONI DI VITE: IL RAPPORTO DELL'OMS SULLA SEDENTARIETÁ

Al congresso tenutosi a Vilnius dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i dati sull’esercizio fisico, troppo carente in Europa. Strategie per incrementarlo

Le fognature e l’acqua corrente hanno sconfitto la peste nelle città. Le piste ciclabili e altre attrezzature per lo sport e il movimento potrebbero ridimensionare fortemente le malattie non trasmissibili, come le malattie di cuore, l’obesità, il diabete. Questo il messaggio forte del nuovo documento della Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel suo congresso tenutosi a Vilnius negli scorsi giorni ha voluto sottolineare, insieme al contrasto della tubercolosi e alla necessaria riposta di sanità pubblica al problema della migrazione, anche la promozione dell’attività fisica.

I benefici
Un milione di morti all’anno dovuti alla sedentarietà
I dati, infatti, non sono incoraggianti. L’obiettivo di ridurre del 10% l’inattività fisica entro il 2025 è lontano dall’essere raggiunto. Un terzo degli adulti europei, infatti, passa dal letto al sedile dell’auto (o del treno) alla sedia dell’ufficio. Sedentari puri e duri, talvolta loro malgrado. Abitudine che si traduce in un milione di morti all’anno nella regione Europea (il 10 per cento del totale), e 8,3 milioni di anni di vita persi all’anno. La riduzione auspicata dall’OMS, invece, contribuirebbe a raggiungere gli altri tre obiettivi di salute da ora al 2025: una riduzione del 25% del rischio di morte prematura per malattie cardiache, cancro, diabete, disturbi respiratori; una riduzione simile nella prevalenza di pressione alta nella popolazione, e l’interruzione della preoccupante crescita di diabete e obesità. Un guadagno così ampio si spiega sia con l’attività fisica, sia con i benefici ambientali secondari passando dall’auto a forme di mobilità dolce: dalla riduzione degli inquinanti e dei gas serra al decongestionamento delle città.
Almeno 150 minuti alla settimana di esercizio
Già, ma da dove partire? La nuova strategia di promozione dell’attività fisica dell’OMS fissa prima di tutto i livelli minimi di attività per il mantenimento in salute: per gli adulti, almeno 150 minuti alla settimana (30 minuti al giorno per 5 giorni) di esercizio fisico moderato. Per i bambini e i ragazzi, almeno un’ora al giorno di esercizio da moderato a intenso. L’educazione sanitaria e la promozione dello sport sono importanti ma non bastano. Bisogna agire sulle cause più profonde del sedentarismo, che sono in parte urbanistiche (abitazioni lontane dai luoghi di lavoro, poche poste ciclabili, marciapiedi invasi dalle auto, pochi parchi e quelli esistenti non interconnessi), in parte legate all’organizzazione del lavoro e della scuola: due ambiti che, almeno in Italia, fanno ben poco per promuovere il movimento, il raggiungimento delle sedi di studio e di lavoro in bicicletta. L’assenza di docce, per esempio, non consente di lavarsi e cambiarsi dopo essere arrivati in bicicletta. La pochezza dei campi gioco e il basso livello dell’”ora” di educazione fisica completano il quadro.
Basterebbe andare in bicicletta al lavoro
E sì che non ci vorrebbe molto per convertire la maggioranza della popolazione a un adeguato esercizio fisico: in Europa il 50% degli spostamenti urbani in automobile è su distanze inferiori a 5 chilometri, che potrebbero essere percorse in 15/20 minuti utilizzando la bicicletta. Già solo questi tragitti quotidiani soddisferebbero la quantità di attività fisica giornaliera raccomandata per restare in salute. Convertire gli spostamenti casa-lavoro da auto o treno a bicicletta comporterebbe anche benefici economici. L’OMS calcola che se le 56 grandi città europee e statunitensi considerate dallo studio raggiungessero un tasso di ciclabilità simile a quello di Copenhagen (fra i più alti del mondo), si creerebbero 76.000 nuovi posti di lavoro all’anno. Una ricerca effettuata dal Politecnico di Milano e dall’Università di Bologna sulle abitudini di mobilità di una zona di Milano, ha calcolato un risparmio di 20 milioni di euro all’anno se la popolazione esaminata passasse dall’attuale 30% di uso della bicicletta alle intenzioni dichiarate nelle interviste. Il beneficio economico è stato stimato con uno speciale “calcolatore” dell’OMS in grado di trasformare le ore in più pedalate o camminate in anni di vita guadagnati, e pertanto in minori spese mediche e di altra natura.
Esempi virtuosi
Ogni anno, quindi, in una sola zona di Milano, circa raddoppiando l’uso della bicicletta si guadagnerebbero 20 milioni, mentre ne basterebbero altrettanti in dieci anni per costruire le piste ciclabili e le altre infrastrutture necessarie ad agevolare questi spostamenti. «L’indagine ha messo in luce la forte resistenza a passare alla bicicletta soprattutto da parte degli uomini che fumano, la categoria in assoluto più sedentaria», osserva l’epidemiologia dell’Università di Bologna Valentina Di Gregori: «Gli interventi di pianificazione urbanistica dovrebbe tenere conto maggiormente di questa fascia di popolazione, agevolandone il passaggio all’attività fisica». Particolari accortezze nella progettazione degli spazi urbani e verdi devono essere adottate anche per aumentare l’attività fisica degli anziani, spiega il documento dell’OMS. Così come un’attenzione particolare va riservata alle fasce sociali più svantaggiate, che tradizionalmente fanno meno movimento, oltre a nutrirsi peggio e fumare di più. Cambiare abitudini nel modo di spostarsi e di fare esercizio fisico è un compito immane, diverso da paese a paese, e che richiede il concorso di misure fiscali, urbanistiche, di politica scolastica e di speciali incentivi per le aziende per rendere più “movimentato” anche il mondo del lavoro. Magari sulla scia della moda di origine californiana di lavorare in piedi su speciali tavoli alti (stand desk). Intanto, per cominciare a dare subito seguito all’impegno dei 53 paesi riuniti a Vilnius nella conferenza europea dell’OMS, un gruppo di sindaci delle città lituane ha inaugurato (con una biciclettata) 200 chilometri di nuove piste ciclabili. Il movimento delle due ruote avanza. Ma manca ancora parecchia strada.

FONTE: http://www.corriere.it/ 21 settembre 2015 (modifica il 21 settembre 2015 | 12:53)
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