jueves, 21 de julio de 2016




IL TRICLOSAN DANNEGGIA LA FLORA INTESTINALE

Il triclosano, un antibatterico che si trova in molti prodotti che usiamo tutti i giorni, come il sapone e il dentifricio, potrebbe essere dannoso, se usato eccessivamente, per i batteri che vivono nel nostro intestino

Il triclosano è un composto chimico utilizzato come antibatterico e fungicida e si trova in molti prodotti di uso quotidiano, dal sapone per le mani al dentifricio. Ma, secondo i ricercatori della Oregon State University, non nuocerebbe solo ai batteri esterni al corpo, ma potrebbe alterare velocemente la nostra flora batterica intestinale.

Nello studio, pubblicato su Plos One, gli scienziati hanno analizzato degli esemplari di Danio rerio, più comunemente conosciuto come pesce zebra, un piccolo pesce di acqua dolce che può, secondo gli scienziati, essere efficacemente utilizzato come modello per l’impatto del triclosano sulla salute degli esseri umani.

“Ultimamente c’è stato un aumento dell’utilizzo di prodotti antibatterici,” ha commentato Thomas Sharpton, uno degli autori dello studio, “Tuttavia, di recente c’è anche stata una maggiore attenzione nei riguardi dell’importanza dei batteri che si trovano nel nostro microbioma intestinale, e su come un uso eccessivo di antibiotici può causare problemi. Ci sono delle conseguenze nel cercare di uccidere tutti i batteri nel mondo che ci circonda, e stiamo solo iniziando adesso a comprenderle”.

Nella ricerca, gli scienziati hanno nutrito 45 esemplari di pesce zebra con cibi che contenevano triclosano per un periodo di tempo compreso tra i 4 e i 7 giorni. I ricercatori hanno così osservato che l’esposizione al composto causava rapidi cambiamenti nella composizione del microbioma degli animali. Nonostante le conseguenze sulla salute degli esseri umani non siano ancora chiare, i ricercatori credono che compromettere i batteri che risiedono nel nostro intestino possa contribuire allo sviluppo o al peggioramento di diverse patologie. Dallo studio è anche emerso che alcuni batteri sono più sensibili di altri al triclosano, come ad esempio la famiglia delle Enteribacteriaceae; altri invece, come il genere dei batteri Pseudomonas, sembra essere più resistente al composto.

“Ovviamente ci sono situazioni in cui sono necessari prodotti antibatterici,” ha commentato Christopher Gaulke, autore principale dello studio, “Tuttavia ora abbiamo la prova che i batteri intestinali hanno impatti metabolici, cardiovascolari, autoimmuni e neurologici, e ha senso preoccuparsi dell’eccessivo di questi prodotti. È necessario valutare ulteriormente i loro effetti, che potrebbero essere cumulativi e a lungo termine”.

Gaulke ha aggiunto che lo studio si occupa del triclosano principalmente perché è utilizzato così comunemente, e perché viene assorbito rapidamente tramite la pelle e il tratto gastrointestinale, comparendo nelle urine, feci e nel latte materno. Il triclosano è anche stato associato, in passato, con disturbi endocrini in pesci e ratti, oltre che allo sviluppo del tumore al fegato.

Riferimenti: CLAUDIA DE LUCA Plos One doi: 10.1371/journal.pone.0154632

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