lunes, 4 de enero de 2016



LA STORIA PATOLOGICA "DELL'INTOLLERANZA" AL LATTE VACCINO
“L’intolleranza” che ci 'accompagna' da neonati all’eta’ adulta

Oggi numerosi articoli ci riportano l’importanza nutrizionale del latte vaccino. Questa teoria risale agli anni ‘70, ma oggi molte cose sono cambiate. Grazie allo sviluppo della scienza e in particolare della dietetica moltissimi concetti che erano affermati nel mondo scientifico sono oggi molto dibattuti. Uno di questi è proprio l’importanza del latte vaccino nell’alimentazione umana.

L’uomo è l’unica specie che tende ad andare contro natura, infatti, è l’unico animale che si nutre del latte di una specie differente. Dalla prima poppata i nostri piccoli costretti a bere il latte vaccino, chi per bisogno, perché purtroppo la propria madre non riesce a produrre latte, chi perché la propria madre è troppo impegnata per allattare, potrebbe manifestare i primi sintomi “dell’intolleranza” verso questo alimento, tanto ricco di nutrienti, ma anche tanto diverso dal latte di donna sia dal punto di vista proteico che minerale. I primi segni “dell’intolleranza” si potrebbero manifestare con sudorazione eccessiva, rigurgito, comparsa di crosta lattea, insonnia e coliche. Questi sintomi non vengono presi mai sul serio, perché è la “storia naturale” di ogni neonato. Si è vero, ma di tutti i neonati nutriti a latte vaccino!

Alcuni bambini molto più sensibili, rispetto ad altri coetanei, alla diversità del latte vaccino, potrebbero anche loro, come vitelli, svilupparsi prima del dovuto. Gli organi di alcuni bambini nutriti con il latte vaccino, infatti, potrebbero presentarsi più grandi, ma anche più leggeri dei coetanei nutriti con il latte di donna. Ci potrebbe essere la comparsa anche di qualche pelo pubico o ascellare con ipertrofia della ghiandola surrenale. Questi sintomi possono far pensare a tutto tranne “all’intolleranza” al latte vaccino. Basterebbe, invece, eliminare il latte vaccino, sostituendolo con il “buon” latte d’asina, per risolvere la situazione. Quest’ultimo, però, è considerato un alimento valido solamente nel caso in cui i piccoli presentino episodi allergici alle proteine del latte vaccino. L’allergia è caratterizzata dalla presenza di IgE, anticorpi che danno reazioni sintomatiche molto evidenti. In molti bambini questa situazione potrebbe scemarsi, si potrà avere una scomparsa delle IgE e “l’intolleranza” si nasconderà dietro altri sintomi più subdoli come: mal di testa e coliti. Il sistema immunitario di alcuni bambini, spesse volte, potrebbe essere soppresso dall’introduzione di questo alimento che il nostro corredo enzimatico non è in grado di riconoscere. I nostri piccoli potrebbero essere colpiti più spesso da raffreddori, otiti, tonsilliti, appendiciti e asma. Iniziano gli interventi chirurgici: tonsillectomia e appendicectomia. I bambini, ignari della loro condizione, continuano ogni mattina a cibarsi di quel “sano” alimento.

La presenza del latte vaccino potrebbe aumentare la “tempesta” ormonale in età adolescenziale comportando acne e seborrea. Potrebbero iniziare anche i problemi di coliti, stitichezza, dolori intestinali e inizierà la lotta contro la sindrome dell’intestino irritabile. I più fortunati condivideranno la loro vita insieme a questa patologia, molti altri potrebbero essere costretti a subire altre patologie scatenate dall’introduzione di questo alimento.

FONTE: di Dario Polisano http://www.ildistretto.it/

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