jueves, 21 de enero de 2016




OLIO DI PALMA: L'IMPATTO SOCIO-ECONOMICO IN MALESIA

L’olio di palma è davvero un’importante risorsa socio-economica per le popolazioni della Malesia? Indonesia e Malesia sono i maggiori produttori di olio di palma e coltivatori di palme da olio, con un impatto ormai incalcolabile sull’ambiente e sull’aggravamento dell’inquinamento.

Secondo il Malaysian Palm Oil Council (MPOC) il 40% delle piantagioni di palma da olio in Malesia sono di proprietà o gestite da piccoli agricoltori, usciti così dalla condizione di povertà delle comunità rurali.

In questo modo l’olio di palma avrebbe contribuito alla riduzione della povertà portandola ad un tasso inferiore del 5%. Circa il 60% della produzione mondiale di olio di palma secondo i dati messi a disposizione dal MPOC sarebbe nelle mani dei piccoli agricoltori.

Inoltre, secondo la FAO, l’importanza dello sviluppo dell’industria di palma da olio nei Paesi tropicali risiede nella sua elevata produttività. La coltivazione delle palme da olio genera molto più olio per ettaro rispetto agli altri oli vegetali, con un rendimento maggiore dalle 7 alle 10 volte.

Da questo punto di vista però ci si dimentica dell'irrimediabile distruzione delle foreste causata dalla diffusione della coltivazione delle palme da olio. Si giunge a fare letteralmente terra bruciata in nome di un profitto che più che arricchire i piccoli agricoltori aumenta il prestigio delle multinazionali dell’olio di palma.

Per stessa ammissione del MPOC, a causa dei costi elevati, i piccoli agricoltori di palma da olio non sono in grado di sostenere gli investimenti necessari per la costruzione di frantoi e raffinerie. Ecco allora che si trovano costretti a vendere i propri prodotti alle multinazionali che possiedono le strutture necessarie alla produzione e alla raffinazione dell’olio di palma.

Ci troviamo di fronte al perfetto meccanismo di funzionamento delle multinazionali, che continuano ad arricchirsi sulle spalle dei più deboli senza tenere conto dei danni causati all’ambiente, agli ecosistemi delle foreste, agli animali che le popolano e alle tribù indigene.

Si arriva addirittura ad osannare la produzione dell’olio di palma come fonte di ricchezza per le popolazioni malesi senza tenere conto dell’inquinamento e delle gravi perdite ambientali provocate dalla coltivazione delle piantagioni di palme da olio.

La stima del benessere di un Paese non può dipendere assolutamente dai guadagni delle multinazionali che ne hanno conquistato i territori e dal presunto miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni impiegate nella produzione dell’olio di palma.

Nel frattempo le foreste continuano ad andare in fumo in nome del profitto. Nessuna somma di denaro infatti può ripagare le foreste tropicali distrutte, la perdita degli habitat naturali e i problemi di salute causati dagli incendi.

In Malesia e Indonesia infatti le foreste proseguono a bruciare, vengono divorate dalle fiamme e chi vive in questi luoghi è costretto ad entrare a contatto con una densa nube di fumo e ad intossicarsi per via dell’aria irrespirabile.

FONTE: Marta Albè http://www.greenbiz.it/

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